Dopo aver finito i nostro giro nel Rajastan e aver visto la distesa di case blu ai piedi del forte di Jodhpur, il lago col castello nel mezzo in pieno centro di Udaipur, l'enorme citta' di Jaipur dall'alta collina del castello che la sovrasta siamo arrivati ad Agra,la citta' del Taj Mahal.Non si trova nel Rajastan ma ad una trentina di km dal confine che ha in comune con l'Uttar Pradesh, a regione a sud di Delhi.Agra e' naturalmente a meta immancabie proprio per via del Taj Mahal,e come tutte le citta' immancabili e' piena degli aspetti piu' fastidiosi del turismo.La citta' e' come tutte le altre;ha un bel forte e tanti negozi.Ha certamente piu' alberghi ma non vedo molta differenza fra le varie citta' viste fino ad ora.Siamo stati la mattina all'alba a vedere il sole che colora l'enorme mausoleo di rosa.Gia' e' pieno di turisti stranieri alle 6 di mattina e il pomeriggio si riempie di scolaresche e di turisti indiani.E' senza dubbio piu' bello di quel che uno si puo' aspettare.Oltre ad essere inponente di dimensioni e' armoniosissimo e il suo marmo bianco riflette la luce del sole facendogli cambiare colore in pochi minuti.
Tutto intorno c'e' un grande giardino nel quale si puo' stare a guardare con calma il mausoleo incorniciato dagli alberi.
Fu costruito da un Maraja per una delle sue tre mogli che mori' dopo avergli dato 14 figli.Questo Maraja era un po' troppo ambizioso..
Dopo aver costruito il forte della citta' e il grande mausoleo per la moglie(il Taj Mahal e' un mausoleo) inizio' la costruzione di un altro mausoleo per se stesso al di la' del fiume che scorre accanto a quello della moglie, uguale ma nero.Fini' per essere arrestato da suo figlio perche' aveva iniziato a usare un po' troppi soldi pubblici.
La sera abbiamo preso il treno che da Agra ci ha portati a Varanasi.La stazione,nella quale abbiamo aspettato per quasi 4 ore e' incasinatissima.
Vedi di tutto.Un sacco di storpi vengono a chiederti qualcosa da mangiare, ragazzotti che vogliono cambiarti la suola dei sandali, facchini che non capiscono nemmeno una parola di inglese che ti stanno addosso per portare i tuoi bagagli sul treno(e non sai nemmeno se e' quello giusto), topi di 25cm che corrono sulla ferrovia e cani randagi che scorrazzano seguiti da un codazzo di cuccioli tutti pelle e ossa.Ti capita di incontrare santoni mezzi nudi con la fronte pitturata e la barba lunga che ti salutano sorridendo perche' si sono accorti ch li stai guardando.Verso le 6 e 30 quando inizia a scendere il sole la stazione viene invasa da migliaia di uccelli che si mettono accovacciati sui cavi che corrono lungo tutte le pareti della stazione facendo un casino tale da rendere difficile a cnversazione.
Arrivato il treno inizia la corsa per capire quali sono il vagone giusto e la cuccetta che ti spetta.I posti letto sono molto piu' comodi e puliti di quelli che ho trovato sul treno Firenze Palermo anche se ,essendo nella cuccetta piu' alta, avevo l'aria condizionata fra capo e collo.La mattina alle 6 siamo arrivati alla stazione di Varanasi e un taxi ci ha portato fino all'hotel Buddha, poco lontano dalla stazione.Avevamo prenotato una stanza qualche giorno prima perche' proprio la sera del nostro arrivo c'era una delle piu' importanti festivita' Hindu e rischiavamo di rimanere senza tetto per un paio di notti.
Abbiamo fatto un giro a piedi per la citta' imponendoci di non prendere i tuktuk(tipo rischo' a pedali o motorizzati)dalle 3 di pomeriggio fino alle 10 di sera.Siamo arrivati sul Gange e lo abbiamo risalito per un paio di km.Ogni 10 m qualcuno ti propone un giro in barca(che faremo domattina all'alba credo) o un massaggio.E facendoti questo sentiero fangoso lungo il fiume vedi gente che si fa il bagno o lava i panni nell'acqua verde del Gange, santoni mezzi nudi seduti sotto degli ombrelli vicini alla riva, barconi pieni zeppi di Koreani o Giapponesi che luccicano per i flash delle macchine fotografiche, statue di cartapesta che galeggiano appena in mezzo a isolette di ramoscelli e pezzetti di legno.In alto, sui tetti delle alte case che si affacciano a pochi metri dal fiume vedi scimmie che saltano e gente che si affaccia.
Lungo questo sentiero abbiamo incontrato una bambina che avra' avuto circa 8 anni che vendeva coppettine di foglia con dentro una piccola candela fatta a mano e un po' di petali di vari fiori da accendere e far portar via dalla corrente.Servono per pregare per la famiglia.Cosi' per il Gange la sera si vedono passare lungo la sponda queste ciotoline con un lumino dentro.Poche centinaia di metri piu' avanti si vede il fumo nero dei fuochi funerari che bruciano incessantemente.Ad un tratto ti trovi di fronte a questi grossi falo' con il fumo che fa bruciare gli occhi ed enormi cataste di legna.Ci sono molti tipi di legna a seconda di quanto puo' pagare la famiglia del defunto,si va dalla piu' cara che e' legno di sandalo a legno comune.Ad un tratto ti ritrovi nei vicolini appena dietro ai Ghata dove fanno le cremazioni con cataste di tre metri di legna i lati, un grande vai e vieni di gente, uomini a tagliare la legna con le accette e mucche che scorrazzano placide per le stradine strette.A quel punto il sole era calato e il cielo era appena luminoso, in ogni caso appena visibile tra gli alti tetti dei vicolini nei quali ci siamo messi a girare a caso.Centinaia di piccoli negozi illuminati da una candela o poco piu' si incastrano uno dopo l'altro.Non si riesce a vedere piu' il volto della gente che ti viene incontro ma solo a sua sagoma e i due riflessi delle candele dei negozietti sugli occhi.Un toro alto poco meno di me con due corna che prendeva piu' di meta' della strada passava di negozio in negozio a prendere qualcosa da mangiare.Tirando fuori la lingua aspettava che il negoziante di turno gli ci appoggiasse sopra delle cose che tirava fuori da un sacchetto.Ci hanno detto che lo fa ogni giorno alla stessa ora da anni.Dopo essersi persi per i vicolini ci siamo ritrovati di nuovo sulle vie principali dove tutti ti chiedono se vuoi un tuktuk o un saree di seta e cosi' via.La sera verso le 7 sul fiume c'e' stata la cerimonia che precede l'usanza di buttare nel fiume la statua di varie divinita' fra le quali ho riconosciuto Durga(dea della distruzione) e Ganesh(la divinita' con la testa di elefante).
Completamente sfiniti dalla stanchezza e dalla fame, visto che non mangiavamo da piu' di 24 h , ci siamo trascinati fino ad un piccolo ristorante deserto a causa della festivita' ,nel quale abbiamo mangiato benissimo.Di li abbiamo preso un tuktuk per tornare all'albergo iuttosto lontano da li'.
La contraddizzione e' forte a Varanasi, forse ancora piu' forte che nelle altre citta' che abbiamo visto.E' una contraddizione difficile da spiegare, appena trovo le parole per farlo tentero'.
Adesso mi aspetta il secondo giorno nella citta' sacra di una delle incarnazioni di Shiva.
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Interruzione: Ciao a tutti, per chi non mi conosce (e siete i piu`!) io sono la Ciskina. Rubo solo poco spazio per un affare di massima rilevanza: dire alle bambine che Rocchino sta mangiando! Eccome se sta mangiando! Tutte verdurine e riso o naan (tipo schiacciatina), senz`altro pero` devo dirvi che dimagrira` perche`, come gli dice sempre Sandeep: "You have to eat slowly, man!" e in piu` si suda da fare paura quindi saremo "puliti dentro e belli fuori"! Vi abbraccio. Ciska